giovedì 26 agosto 2010

LE RADICI: PUNK WAS (ALMOST) DEAD


Quando ho iniziato ad ascoltare musica seriamente, la prima ed originaria ondata della musica punk si stava spegnendo, considerando che la sua nascita viene fatta risalire alla seconda metà degli anni ’70, nella New York dei Ramones. Per molti di noi il punk si identificava però con l’ Inghilterra dei Sex Pistols e dei Clash.
I Sex Pistols avevano suscitato un clamore “estetico” e mediatico molto superiore alla loro sostanza musicale (per quanto Anarchy in the UK o God Save the Queen fossero degli inni). Tutt’ altro discorso per i Clash, enormemente superiori per qualità dei brani e temi trattati, ai quali dedicherò il post successivo.
Per me uno dei brani punk perfetti è New Rose dei Damned: diretto, potente, grezzo e melodico al tempo stesso. Proprio la semplicità di questa musica è uno dei motivi che l’ ha resa così dirompente, dimostrando che si poteva esprimersi su un palco anche senza le mirabolanti doti tecniche dei gruppi progressive che infliggevano brani con strutture complicatissime e interminabili assoli di chitarra senza più senso.
Secondo aspetto fondamentale del punk è che la musica tornava ad essere veicolo di espressione di problemi reali, di disagio sociale, di prese di posizione politiche, di denuncia dell’ oppressione e dei modelli economici dominanti, di ANTIFASCISMO… di questo parlavano tanti brani dei Clash, di Stiff Little Fingers, e, oltreoceano, dei Dead Kennedys.
Insomma, molto di più che capelli ritti e giubbotti di pelle.


Punk Playlist by Marco Petilli on Grooveshark

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