lunedì 11 ottobre 2010

FIRENZE RIBOLLIVA


La pagina qui accanto, presa da Rockerilla del Marzo 1984, sanciva un fatto ben chiaro a tanti seguaci, toscani e non: Firenze era la capitale della new wave italiana. C’ erano davvero tanti gruppi in giro, con stili anche molto diversi tra loro, e c’era soprattutto la mitica triade Litfiba-Diaframma-Neon, assurta a notorietà nazionale.
Dei Litfiba si sa quasi tutto, dagli esordi alla recente reunion; già agli esordi la loro musica aveva toni spesso enfatici, e mi piace ricordare la storiella secondo la quale un giovane ed entusiasta Piero Pelù, ad uno dei primi concerti, si gettò tra il pubblico confidando nella entusiastica presa dei fan che, invece, si scansarono… rovinosa caduta…. verità o leggenda ?
I Diaframma degli inizi (dal 45 giri Pioggia al primo album Siberia) avevano un suono molto più secco ed oscuro, molto vicino a Joy Division e primi New Order, per poi evolvere nella creatura rock-cantautorale del solo Federico Fiumani.
Personalmente ho amato molto di più i Neon, tornati sulle scene recentemente in ottima forma. Nella loro prima fase erano un duo solo elettronico, come testimonia la prima versione di Information of Death (45 giri del 1980) e come posso testimoniare io avendoli visti suonare di supporto ad Echo & The Bunnymen in una inconsueta serata in zona Piazza della Signoria. Poi l’organico si è allargato ed è venuto fuori quel suono inconfondibile in cui sotto la voce al tempo stesso oscura e melodica di Marcello Michelotti si intrecciano le basi elettroniche e le chitarre; il tutto sintetizzato perfettamente da My Blues Is You, inno del dark-waver fiorentino.
Un’ altro gruppo dell’ area fiorentina che voglio citare sono i Minox, creatori di un affascinate mix di elettronica e melodie classicheggianti, nello stile dei Tuxedomoon con i quali effettivamente collaborarono.

Non saprei spiegare perché a Firenze ci fosse tanto fermento, ma certo la “scena” aveva dei bei punti di riferimento:
- il Tenax, locale dove è passato il meglio di quello che capitava a tiro, New Order, Tuxedomoon e Bauhaus per fare i nomi più importanti. E dove si svolsero le prime edizioni del Rock Contest organizzato da Controradio
- Controradio, appunto. Emittente che ancora esiste e resiste, in quegli anni passava questa musica che davvero da altre parti non si poteva sentire, non c’era. Oltre ad informarci e a crearci una coscienza critica e politica, come continua da sempre a fare, per noi che abbiamo la manopola saldata sui 93.600 MHz…
- Contempo Records, in via de’ Neri a Firenze, negozio di dischi (ma anche etichetta discografica  che pubblicò tra l'altro dischi di Pankow, Diaframma, Litfiba, A.T.R.O.X. e perfino Clock DVA).. Lì si andava rovistare tra i vinili (eh sì, non c’ erano i CD) mentre dalle casse usciva, non so, Bela Lugosi is Dead dei Bauhuaus.

Difficile descrivere l’ emozione che riempiva quel breve spazio—tempo che passava da quando la puntina toccava il vinile a quando partiva la prima nota, spesso sullo stereo del mio compagno di liceo che tanto ha contribuito a farmi scoprire quei gruppi “strani”.
Per sapere poi quali emozionanti novità fossero in arrivo, aspettavo ogni mese l’ uscita di Rockerilla, rivista che leggevo da cima a fondo (ad eccezione delle pagine con i ceffi dell’ heavy metal).
Ecco tutto questo era parte davvero di un mondo alternativo non nel senso snob o elitario del termine ma nel senso di una netta separazione tra chi seguiva questa musica e chi semplicemente ne ignorava l’ esistenza. E questo ci dava un identità ben definita, una diversità di cui essere orgogliosi – e non sto parlando evidentemente della moda di vestirsi di nero, ma di sentirsi rappresentati da suoni originali e non banalmente commerciali come quelli che uscivano dalle altre radio, passavano in tv, o riempivano le discoteche.

hopefulmonster's Widget 4 by Marco Petilli on Grooveshark

1 commento:

  1. Che Fortuna!Oggi questo non c'è più.Ad essere nati negli anni settanta.

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